Anno 2015
Diametro cm. 35
Il manufatto esce da una doppia vetrofusione. Dopo la prima, e una rottura con ricomposizione dei cocci, la seconda vetrofusione ci consegna una superficie incartapecorita, traslucida, provata da enfatiche cicatrici.
Pezzo unico, il materiale e la resa espressiva dei segni lasciati dal processo di foggiatura attribuiscono al piatto l'aspetto del reperto archeologico.
Al contrario la bottiglia di plastica che grazie ad un contrappeso di ceneri al suo interno resta in equilibrio distesa sul calice, anch'esso vetrofuso semiseppellito nella sabbia, mantiene l'effimera dimensione del contenitore seriale usa e getta.
Le linee circolari che pervadono l'opera, unitamente al vissuto delle forme, alla sabbia e alla cenere, parlano di durata e consunzione, delle cose come un ciclico moto che fa e disfa equilibri precari.