Lampedusa
Anno 2016
Diametro cm 23 Profondità cm 14
La barchetta, il bicchiere di carta e il coperchino si applicano al piatto con piccole calamite, sono amovibili e interscambiabili.
Nel timbro sul retro della maiolica oltre al leone con scudo e stendardo troviamo una palma stilizzata che interpretiamo sia come un riferimento all'acquisizione da parte della Richard degli stabilimenti della famiglia Palma di Pisa, che precede l'annessione della Ginori, sia come un richiamo all'emblema di San Cristoforo, al toponimo dell'area lungo il Naviglio Grande di Milano, in cui era ubicata la stessa Manifattura Richard.
Il riferimento al Santo che guada il fiume proteggendo sulle proprie spalle il piccolo Gesù, mette in stringente connessione semantico-espressiva il logo del piatto con la barchetta "Lampedusa" e il suo carico di concitate figurinette-scarabocchio.
Tracciate con pennarello indelebile, queste ultime vengono amplificate sul corpo della ceramica da graffiti, smalti, concrezioni di barbottina rossa e frammenti vetrofusi.
E tutto quello che c'è al di là e nella conca del piatto, dal verde marchio di fabbrica, alle cifre impresse nell'argilla, allo "sporco" della barbottina, all'effetto bagnato degli smalti, ha eco, dialoga e confligge con quello che si trova nel bicchiere usa e getta, scritte, simboli, numeri, alone di bevanda, compreso lo stecco di plastica e la figurina del "chicco-negretto" stampato sulla bustina dello zucchero.
Come a dire che c'è tragedia nella banalità o che la tragedia è un ennesimo evento del banale quotidiano e che si può essere al contempo con un piede davanti al distributore automatico del caffè e con l'altro che affonda al centro del Mediterraneo.